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DESCRIZIONE

Questo strumento, utilizzato in ottica per lo studio degli spettri di emissione, rappresenta una evoluzione rispetto agli spettroscopi a singolo prisma, come ad esempio quello di Bunsen. Nello spettroscopio a corona di prismi infatti sono aumentati sia il potere risolutivo sia quello dispersivo, senza peraltro aumentare eccessivamente né l'apertura né l'ingrandimento del cannocchiale.

Questo spettroscopio è dotato di una serie di ingranaggi che permettono il movimento solidale dei prismi e del cannocchiale. I prismi sono otto in totale: sei a base trapezoidale (in realtà sono composti da tre prismi a base triangolare) e due (ora mancanti) a base triangolare. Questi ultimi sono posti immediatamente di fronte al collimatore e al cannocchiale e servono unicamente a deviare per riflessione totale i raggi luminosi, in modo che il percorso della luce vada dal collimatore al treno di prismi e infine al cannocchiale. I prismi trapezoidali servono invece a separare le diverse lunghezze d'onda.

La misurazione degli spostamenti angolari avviene grazie ad una scala graduata posta sul disco di ottone sul quale sono montati il cannocchiale, il collimatore, e gli otto prismi. La struttura poggia su una colonna che termina su un treppiede con piedini regolabili per la messa a livello. E' inoltre presente una vite micrometrica per regolare l'apertura della fenditura posta all'estremità del collimatore.

Questo spettroscopio è simile a quello  ^[1]del museo di Fisica dell'Università la Sapienza di Roma, che però ha tutti i prismi a base triangolare.

OSSERVAZIONI

Lo spettroscopio era inventariato come: "Spettroscopio a 6 prismi di Rutherford (Kruss)". E' stato acquistato nel 1925 per 20500 Lire.

BIBLIOGRAFIA

• [1] www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/spettr2.html

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