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DESCRIZIONE

Due recipienti cilindrici di vetro collocati nelle apposite cavità di una base portante in legno, ospitano ciascuno due lamine metalliche (elettrodi). Una lamina è spessa e mobile, con un foro per avvitare una piastrina di metallo da pesare prima e dopo l'esperimento; l'altra è ripiegata a "U", in modo che un suo lato sia immerso nell'elettrolito, quando il recipiente ne sia riempito. L'altro lato della lamina a "U" è connesso ad una barretta di ottone, fissa sulla base di legno, provvista di due terminali a vite ai suoi estremi, per il collegamento esterno.

L'apparecchio era usato per dimostrare e verificare le leggi di Faraday sull'elettrolisi.

I legge di Faraday: la massa di una sostanza depositata è direttamente proporzionale alla quantità di carica che passa attraverso l'elettrolito.

1. Si collegano le piastrine di metallo, precedentemente pesate, agli elettrodi nei recipienti.
2. Si riempiono i due recipienti di un elettrolito (p.e., una soluzione di solfato di rame).
3. Si fa passare una medesima corrente nei due recipienti, per tempi di immersione diversi.
4. Si staccano le piastre dagli elettrodi e si pesano nuovamente, determinando così la massa di rame che vi si è depositata.

II legge di Faraday: le masse depositate agli elettrodi sono direttamente proporzionali ai loro equivalenti chimici.

Si collegano i due recipienti in serie come in figura e li si riempie con elettroliti diversi (e.g. CuSO₄ e AgNO₃ ). Dopo avervi fatto passare della corrente, si misurano le masse delle diverse sostanze A e B (e.g. Cu e Ag) depositate ai rispettivi elettrodi, e se ne calcola il rapporto.

Dati Catalografici